lunedì 14 aprile 2014

Il Capo Vagone

Mentre leggo avidamente sul mio Kindle, appesa come un acrobata del Cirque du Soleil all'unico appiglio rimasto libero mi accorgo di un odore pungente di vernice fresca alle mie spalle. Quattro uomini ben piazzati e con indosso tute chiaramente oversize molto simili alle divise dei Ghostbusters ridono sguaiatamente tirandosi "amabili gomitate nel costato" a intervalli regolari. Hanno le tute e le scarpe anti infortunistiche ricoperte di vernice bianca nemmeno troppo asciutta,e zaini scuciti e logori dai quali spunta ogni genere di oggetto non identificato. Abbasso la musica in cuffia, e colgo immediatamente l'inconfondibile accento bergamasco: «pota,ma quante stazioni facciamo ancora?» si chiedono guardando la mappa ATM come un inserto di ricamo barocco su Quattroruote. Dopo una veloce e "discreta" consulta che arriva anche al macchinista come uno Jodel tirolese dal volume ammazzatimpani decidono per Cascina Gobba, e sono quasi tentata di suggerirgli un taxi vista la dimestichezza non proprio da esploratori amazzonici. La fermata si avvicina,e un signore gentile, cogliendo l'evidente difficoltà si volta indicando le porte: «la vostra é la prossima».
Il piú rotondo dei quattro si gira di scatto gonfiando il petto e strabuzzando gli occhi, e con un vocione da tenore fa:«oooo e a te chi te l'ha dettooooo????» Metà del vagone trattiene una risata isterica da :"lo sanno anche a Linate dopo i vostri discorsi in dolby surround delle ultime 5 fermate".
L'uomo gentile arretra e solleva i palmi intimidito,mentre i compagni di rullo tentano di calmare il toro:«teee a Milano non ti puoi fidaaaaare, sta calmooo!» Un pò perplessa mi faccio da parte temendo un'imminente battaglia a suon di manate alla Bud Spencer, ma il passeggero milanese, con l'aplomb di un diplomatico internazionale fa: "sono il Capo Vagone, è il mio lavoro."
Al che mi porto una mano alla bocca per trattenere un gridolino e stento a non applaudire il genio del giorno, che sorridendo e accettando i ringraziamenti ossequiosi e un pò impacciati dei quattro Orobici li congeda salutando con la mano.

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