martedì 27 agosto 2013

Braccio di gomma

Seduta e assorta nella lettura mi godo la giornata uggiosa su un vagone di morti di sonno. Il treno rallenta e apre le porte,i Milanesi si riversano nei pertugi piú impensabili e tosto mi ritrovo il didietro abbondante di un tale ad altezza narici....quando le porte automatiche stanno per chiudersi,ecco in lontananza il rumore inconfondibile del solito "tale che crede di potercela fare": passi pesanti e falcata lunga, con cinghia dell'impermeabile che sbatacchia per terra come un guinzaglio senza cane,valigetta di pelle e cravatta in modalità banderuola. Si protende usando muscoli che non sapeva di avere allungando un braccio, e assume la tipica espressione del "convinto a metà": sopracciglia congiunte sopra il naso,lingua di fuori e sguardo atterrito. Il braccio s'insinua tra le micidiali porte automatiche e afferra il primo appiglio disponibile - la spalla di un ignaro passeggero - mentre la folla col fiato sospeso si divide tra quelli che "dai dai dai!" e quelli che "spero proprio che ti cada una mano".
Le porte si chiudono con un violento contraccolpo, ed ecco che il tale si ritrova paralizzato, con metà braccio destro stretto nella micidiale morsa del caucciù. Dapprima sorride nervosamente,mentre coraggiosi passanti lo strattonano dalla banchina per liberarne l'estremità. Dentro siamo tutti col fiato sospeso,ma alcuni hanno l'aria di pensare "te lo sei meritato".Il macchinista impietosito riapre le porte e il tale con un balzo felino ritenta l'arrembaggio, ma in un lampo le porte si richiudono e la valigetta rimane in parte chiusa fuori. L'ira funesta dei passeggeri comincia a bollire, mentre le porte si riaprono e qualcuno prova a dargli manforte tra gli insulti della folla. Quando ogni parte dell'uomo sembra finalmente in salvo all'interno del vagone e lui soddisfatto fa per guadagnare qualche metro verso l'interno, una forza invisibile sembra strattonarlo verso le porte impedendogli di procedere: la malefica cinghia dell'impermeabile,noncurante del suo proprietario, pare aver deciso di godersi il viaggio all'aria aperta. Il treno é partito caro mio...sarà per la prossima fermata!

sabato 24 agosto 2013

La donna che non poteva far tardi

Salgo sulla carrozza sbadigliando e schivando gli spintoni degli ansiosi/quelli che non si sono ricordati che oggi c'é sciopero/quelli che ucciderebbero per un posto a sedere.
Mi costringo ad un'apnea provvidenziale e mi insinuo in un angolo pregando che i soliti 2 minuti a fermata oggi si riducano magicamente a "teletrasporto supersonico". Quando le porte stanno per chiudersi e io sono al limite del coma autoindotto, ecco che una pazza furiosa spettinata e sbrindellata manco fosse appena caduta dal letto arriva correndo a perdifiato, e si schianta a mo' di stella marina sui poveretti davanti alle porte che sono ormai in fase di chiusura. Il contraccolpo dell' impatto si ripercuote fino a me, ma le porte non riescono a chiudersi. La donna si spalma come un formaggino sui poveri passeggeri provocando un nervosismo che si spande a macchia d'olio tra insulti e grugniti. La pazza grida "c'é lo sciopero!" Le porte falliscono la chiusura tre o quattro volte generando l'ira funesta di tutti i passeggeri finché, ormai prossimi all'auto flagellazione, alcuni passeggeri gridano "prenda il treno dopoooo!!!" E lei di rimando:"non possooooo!" La scena ha del tragicomico e inevitabilmente qualcuno comincia a ridere. Dopo la settima scudisciata inferta dalle porte automatiche la pazza implora pietà e tenta un ultimo affondo:uno dei passeggeri esasperato grida"buttatela giú!" Come un pirata che comanda un'esecuzione dando la malcapitata in pasto agli squali. Al che una voce gracchiante si diffonde dai microfoni interni:"qui é il macchinista. non fatemi partire con le porte aperte che faccio una strage".
Qualcuno mosso da pietà abbraccia la povera pazza sollevandola di peso e trascinandola dentro, e le porte finalmente si chiudono, mentre un sollievo misto a commozione si diffonde nell' aria rarefatta che sa un pò di uova marce e un pò di deodorante scaduto, mentre il treno sfreccia verso l'oscurità e chissà quali nuove incredibili avventure. Ah,la metrò....

mercoledì 21 agosto 2013

Volevi fare la strafiga...

Solita mattina estiva, solito vagone senz'aria condizionata e solita atmosfera da cabina armadio senza sistema d'areazione. Sale una bionda: giovane,molto curata, super appariscente nel suo vestitino verde acido. Traballa sul tacco 12 fino all'angolino meglio esposto del vagone tra l'evidente "invidia da confronto" femminile e le metamorfosi istantanee dei maschi presenti che sembrano regredire a predatori preistorici denutriti. Uno di loro, giovane e palestrato, fresco di lampada/vacanza a Ibiza non nasconde il suo evidente bisogno di conquista e la fissa. Lei lo nota e togliendosi con grande maestria l'occhiale specchiato over size comincia a fingere disinteresse masticando la stanghetta degli occhiali e guardando altrove. Lui, sempre più imbizzarrito, accavalla una gamba assumendo la posa N.54 del manuale del Bagnino di Ostia. Lei continua imperterrita a ruminare,mentre traballa per i sobbalzi della carrozza in movimento. Poi, quando perfino io stavo per chiedergli se ci sarebbe stata la seconda stagione di "Cimiano Shore" - uncensored la metro frena bruscamente: la bionda strabuzza gli occhi, e la stanghetta degli occhiali per poco non le si conficca nella trachea. Comincia a tossire avvampando e nascondendosi dietro il ciuffo piastrato, e il suo discreto ammiratore,cavaliere come non mai,scoppia in una malcelata risata che suggella il momento romantico per l'eternità. Chissà se i due si rincontreranno....