giovedì 25 aprile 2013

Il bello e le bestie

Sono le 8,15; un piacevole sole primaverile disegna luci e ombre sulle punte delle mie scarpe, mentre un assolo di Neil Zaza delizia le mie orecchie sovrastando gli schiamazzi delle 4 ragazzine con gli zaini alla mia sinistra. La metro arriva, e man mano che la porta scorrevole si avvicina le vedo avvampare e sorridere sgomitando e portandosi le mani alla bocca. Guardo oltre il vetro: le porte si aprono e lì in piedi, come la statua di Apollo appare un ragazzo sulla trentina. Alto,moro,pelle olivastra e barba curatissima:gli occhi color miele che luccicano sotto un paio di sopracciglia dritte e scure. Due bicipiti notevoli e due spalle formato pallanuotista completano l'impressionante esplosione di Sandokaniana virilità. Mi sistemo in un angolo e osservo l'improvviso innalzamento di temperatura che dilaga tra le donne presenti. Le ragazzine si sono ammutolite e lo fissano come un cane adorante fissa il padrone. Abbasso il volume della mia musica per origliare i commenti delle donne e mi diverto a vedere l'impassibilità fatta persona della creatura aliena che rimane li, flettendo il bicipite allenato per tenersi al palo accanto alla porta.Improvvisamente squilla un cellulare: la soneria é "Bad Romance" di Lady Gaga. Tutte si girano verso di lui emozionate, forse sperando di carpire qualcosa di più di quell'essere soprannaturale a metà tra Khal Drogo e il Pirata Jack Sparrow....avvicina il telefono all'orecchio, apre la bocca ed emettendo un suono simile al topino Gas Gas di Cenerentola dice:"tesoooooro sei già dalla Ketty? Amor non puoi capire il caldo oggi,non sapevo cosa mettermi!'
5.476 estrogeni sono morti sul colpo.

venerdì 12 aprile 2013

Quelli che fissano

Ciondolo mollemente appesa al sostegno aspettando di potermi schiantare sul primo posto disponibile, mentre alzo continuamente il volume della voce di Steven Tyler che dovrebbe tenermi sveglia...noto d'un tratto una signora sulla settantina che sembra uscita da una puntata de "la signora in giallo" appostata in un angolo vicino alla porta: cappellino cerato antipioggia, foularino fiorato, impermeabile beige e due occhi piccoli e scuri che scrutano insistentemente chiunque gli capiti a tiro. Nota il mio sguardo contrariato sussultando,e infossando la testa nel foulard si stringe tra le spalle fingendosi interessata al paesaggio che scorre. Penso che sicuramente avrebbe potuto scegliere un altro orario per andare al mercato,o alla mutua,o ovunque nel mondo, ma come tutti i vecchietti che si ostinano a circolare negli orari di piena dei lavoratori probabilmente prova un sadico piacere nel dar fastidio. La vedo concentrarsi su un ragazzo con le cuffie e un taglio di capelli improbabile: scuote la testa sotto al cappello e mugugna come se stesse masticando biada. Il ragazzo la nota e dapprima la ignora, ma lei insiste,e si sposta addirittura in un punto piu favorevole. Lui leva gli occhi al cielo e sbuffa, e lei finge disinteresse. Sorrido della comicità della scenetta, quando la vecchietta torna alla carica con lo sguardo della portinaia moralizzatrice. Il ragazzo sbuffa, guarda il pavimento per qualche istante ignorandola e poi, facendo sobbalzare metà vagone si volta di scatto e sbotta: "BUH!" dritto in faccia alla vecchia spiona. Lei sobbalza come un gatto spaventato con l'elevazione di un cestista mentre avvampa imbarazzata. Ho riso fino alle lacrime mentre le porte si aprivano e per poco non mancavo la mia fermata XD

lunedì 8 aprile 2013

Bowling umano

Carrozza stipata, ascolto i Rival Sons a volume sanguinario per non sorbirmi una nana bionda che sembra discendere da una rara stirpe di scimmie urlatrici. Il macchinista sembra ubriaco e ad ogni fermata frena troppo tardi provocando bruschi sobbalzi. La nana, che non arriva ai sostegni e non ha intenzione di aggrapparsi, mi usa come un paraurti gommoso noncurante delle mie occhiatacce. Prima dell'ultima fermata ecco la frenata definitiva: 3 secondi di puro delirio in cui l'intera carrozza sembra trasformarsi in un gigantesco minipimer: la nana precipita e sta per schiantarsi su di me...quando con un guizzo felino mi ritraggo e la guardo precipitare al suolo con una punta di meschina soddisfazione. Quando ci vuole ci vuole.